GEA DOMINA - IN UFFICIO CON GEA

Italian speaking

Il video si apre nell’ufficio di Gea, una importante dirigente aziendale. È un ambiente dove ordine e silenzio riflettono la sua autorità indiscussa. Gea, impeccabile nella sua posizione dominante, convoca un giovane dipendente che è in ritardo con le pratiche assegnate. L’atmosfera è immediatamente carica di tensione gerarchica: l’ufficio diventa il suo terreno di controllo, il luogo dove le regole non sono solo professionali, ma rituali. Il dipendente è consapevole del proprio ruolo e del fatto che la sua mancanza diventa un’occasione per Gea di riaffermare il proprio potere su di lui. Gea redarguisce con fermezza il suo sottoposto, che non riesce a trovare le parole per giustificarsi. La dirigente si avvicina a lui lentamente, invadendo il suo spazio personale, lasciando che la sua presenza, il suo profumo, la sua compostezza, la sua sicurezza assoluta, lo sovrastino e lo costringano a cedere ancora di più alla posizione sottomessa che lei pretende. Il dipendente reagisce abbandonandosi, accettando il ruolo che lei gli impone. La dirigente solleva una mano e la lascia sospesa a pochi centimetri dal suo viso: un gesto semplice, ma sufficiente a farlo tremare. Lui la guarda e adora le sue mani con sottomissione. Il rituale continua con gesti che sottolineano la sua devozione e la superiorità della dirigente: il dipendente adora le sue scarpe, le sue calzature e i suoi piedi. Gea sbatte i suoi piedini sulla faccia del suo sottoposto e li infila nella sua bocca. La scena si conclude quando la dirigente congeda il suo sottoposto, imponendogli di lasciarle l’ufficio e di attenderla all’esterno dell’azienda. Il dipendente risponde puntualmente al suo richiamo, pronto a continuare il rituale anche fuori dall’ambiente lavorativo, seguendo le istruzioni della sua superiore.

GEA DOMINA - IN THE OFFICE WITH GEA

Italian speaking

The video opens in Gea’s office, a prominent corporate executive. It's a place where order and silence reflect her undisputed authority. Gea, impeccably dominant, summons a y*ung employee who's late with his assigned paperwork. The atmosphere is immediately charged with hierarchical tension: the office becomes her playground, a place where rules are not merely professional, but ritual. The employee is aware of his role and that his failure to comply becomes an opportunity for Gea to reassert her power over him. Gea firmly rebukes her subordinate, who can't find the words to justify himself. The manager approaches him slowly, invading his personal space, allowing her presence, her scent, her composure, and her absolute confidence to overwhelm him and oblige him to yield even further to the submissive position she demands. The employee reacts by surrendering, accepting the role she imposes on him. The manager raises a hand and leaves it suspended a few inches from his face: a simple gesture, but enough to make him tremble. He looks at her and submissively worships her hands. The ritual continues with gestures that underscore his devotion and the manager's superiority: the employee worships her shoes, her footwear, and her feet. Gea slaps her l*ttle feet in her subordinate's face and shoves them in his mouth. The scene concludes when the manager dismisses her subordinate, ordering him to leave her office and wait outside the company. The employee promptly responds to her c*ll, ready to continue the ritual even outside the workplace, following his superior's instructions.

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